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Il limite dei 30

  • Immagine del redattore: Rita Piazza
    Rita Piazza
  • 28 ott 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 25 feb 2024

Avevo fatto corsi e iniziato progetti, ora dovevo solo girare, montare e pubblicare più video possibili. Tanto sarebbe bastato un telefono e girare un po' per la città in cerca di ispirazione. Finché a marzo 2020 arrivò il divieto di uscire di casa. Sarebbe stata questione solo di una settimana, che poi divenne un mese e infine ci trovammo divisi tra colori e coprifuoco. Il Covid 19 stava fermando il mondo. C'era chi trovava la scusa di uscire con il cane o di fare jogging per poter uscire. Avrei potuto fare lo stesso con i video, ma la paura era troppo grande. Non sapevo quando sarebbe finita e se sarebbe tornato tutto com'era prima. Dilemma comune.


Come tutti cercai una via di fuga e come tanti mi buttai sulle imprese culinarie, così i miei primi esperimenti video diventarono reels e storie su Instagram, dove mostravo ricette di ragù e torte. Finché un giorno non trovai per caso un'inserzione in cui si pubblicizzava un video contest rivolto ai giovani under 35. Si chiamava Passaggi - tra barriere ed altri limiti, era promosso dal Portale dei Giovani. I video selezionati sarebbero stati presentati al Reggio Film Festival a novembre 2020.

Nonostante non avessi una storia pronta, non esitai un minuto di più. Presi il mio taccuino, presi appunti su alcune idee e quando trovai l'ispirazione giusta mi concentrai sulla stesura della sceneggiatura. Sapevo già cosa filmare e dove. L'attrezzatura lasciava un po' a desiderare, ma non importava, avrei portato a termine la mia missione. Approfittai del periodo estivo che lasciava più libertà di movimento per le riprese esterne, per il resto mi sarebbe bastata la cucina e il soggiorno. Raccolte e scaricate tutte le riprese, iniziai a montare il video. Niente dialoghi. La musica e le immagini avrebbero raccontato tutto. Una volta terminato il lavoro, compilai i moduli e inviai tutto il materiale.

Un pomeriggio di fine ottobre ricevetti la mail che mi avrebbe detto la verità: il mio video era abbastanza buono da aver passato la selezione oppure no? Prima di procedere alla produzione del corto avevo letto e riletto quale fosse il tema da seguire, le regole da su formato e privacy, le tempistiche da rispettare. Nonostante ciò, fino alla fine temetti di aver commesso qualche errore penalizzante. Così mi decisi a leggere il verdetto. Ero stata ammessa.


La sera del 3 novembre venni convocata alla presentazione online dei corti. Spammai il link dell'evento a tutti quelli che potevo chiamare e mi preparai per l'intervista.

Ero molto nervosa dal momento che non amo molto parlare in pubblico, ma arrivato il mio turno trovai il coraggio di rispondere alle domande poste dall'intervistatrice e a presentare il video che era stato ufficialmente pubblicato.


Tra un corto presentato e l'altro era possibile votare il video più bello. A noi selezionati non spettava altro che raccontare al meglio la nostra opera e ad invitare a votarci. Tutto il resto era pura attesa, tensione e visone delle altre opere.

Quella sera non fui tra i vincitori, ma per me essere presente all'evento era la vittoria più grande.

Quest'anno sarebbe stato un buon secondo tentativo: avevo la storia, un'attrezzatura migliore e la libertà di girarlo interamente in esterna. Unico problema... non ho avuto il tempo per realizzarlo. Quindi vi lascio qui il mio primo corto da festival e la sua trama.

Una ragazza sta guidando per tornare a casa e una volta arrivata dovrà affrontare i nuovi limiti a cui è sottoposta giornalmente: la mascherina e il disinfettante. Ad aumentare il suo disagio ci sono le varie pressioni esterne subite riguardo alla sua vita privata. Arrivata ai trent'anni non è ancora sposata, è senza figli e senza un lavoro fisso, in compenso studia all’università. Come se non bastasse, si lascia limitare dalle sue insicurezze. Nonostante il senso di oppressione le rimane ancora qualcosa. Quei piccoli gesti e pensieri che le ricordano che non è sola.



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